Lamento di Portnoy

Autore: Philip Roth

 

Giudizio: ****

 

Una lunga seduta con lo psicologo nella quale questo interlocutore entra solo nel finale. Un ascolto ininterrotto della vita del protagonista, Alex, preparato fin da bambino per essere il migliore, come mamma vorrebbe, e trovandosi ad essere un trasgressore tradizionalista che vorrebbe una famiglia, ma non ci riesce.

 

Il monologo inizia dalla rappresentazione della vita familiare nella quale Alex è il genietto, quello che potrà saltare due classi tanto è bravo, ma non troverà il suo spazio in una famiglia troppo angusta. Una mamma amorevole, ma troppo possessiva, un padre grande lavoratore, ma non valorizzato dai titolari anche per la sua scarsa attitudine all'ambizione, una sorella che gli vuole bene, ma Alex lo capisce solo parlandone con lo psicologo. Una famiglia presente, troppo presente, addirittura castrante e per Alex in modo praticamente letterale. Il protagonista si chiede che senso abbia avuto saltare due classi se poi, ultratrentenne, con un lavoro pubblico di prestigio, si trova ancora a dover negoziare le sue scelte con i genitori quando i suoi coetanei hanno famiglie autonome.

 

Con l'adolescenza e con la scoperta delle pulsioni sessuali e del modo di soddisfare autonomamente le proprie fantasie, inizia il periodo nel quale il sesso sarà sempre al centro dei suoi pensieri. Un sesso agito concretamente, ma anche solo con la fervida fantasia. Immaginazione che non lo abbandonerà mai anche nel pensare alle reazioni dei genitori o dei giornali ed alle conseguenza se i fatti, reali o immaginari che siano, diventassero noti.

 

Nelle traversie delle sue avventure amorose identifica solo due momenti in cui la mera soddisfazione sessuale, alla quale lui aspira costantemente, possa essere interpretata come amore vero. Ma sono momenti fugaci e privi della necessaria consistenza per lui che prima si crede ateo e poi scopre la gioia di appartenere al popolo ebraico, prima crede che avere una famiglia come la sua sarebbe una frustrante prospettiva e poi scopre di aspirare ad avere proprio una famiglia come quella.

 

Nel finale il protagonista viene posto di fronte alla realtà dei fatti e si scopre impreparato a difendersi anche se le vere cose disdicevoli che albergano nella società non sono la condotta della sua vita