Missitalia

Autrice: Claudia Durastanti

 

Giudizio: ****

 

La Lucania è un luogo preciso e ricorrente dal quale non si può sfuggire nemmeno se si vola sulla luna, luogo altrettanto preciso sul quale nessuno è singolare perché ha un omologo sulla terra.

 

Una storia di bambine e di donne del passato che si ritrovano, loro malgrado, a crescere ed invecchiare nonostante tutto il dolore, la passione, l'ingenuità, l'amore, la meraviglia, l'odio. Un passato remoto circoscritto nell'unità d'Italia tra il banditismo, gli uomini e bambini nascosti nel sottomondo, le sante guaritrici, i coltelli che spariscono nelle carni, pietre magiche e la rivoluzione della fabbrica che sarebbe il progresso della modernità del nord portato al sud, ma che strappa le mani a bambine americane, rivoluzionarie di famiglia. Poi il passaggio ad una contemporaneità collocata leggermente nel passato nella quale una donna torna nei suoi luoghi di origine per documentare folclore e tradizioni. Non è un rendez-vous con le sue origini e si ritrova incastonata nella nuova modernità di potere che è il petrolio e la sua ricerca. Infine una contemporaneità collocata leggermente nel futuro dove terremoti controllati non hanno comunque fatto affiorare giacimenti di petrolio e quindi il luogo viene adattato a base di partenza per trasferirsi sulla luna. Territorio gemello che deve duplicare e non distanziare le popolazioni e sul quale viene deciso di bandire un concetto fondamentale. Una modernità che ancora una volta non sta nel luogo ma nel modo di pensare la contemporaneità, adattarsi è ancora la via da percorrere.

 

Missitalia è un'Italia mancata per incomprensioni o per dolori, per vigliaccherie o per nostalgie, per compassione o per odio. Non è un concorso di bellezza scritto male, è una storia di passioni individuali che si intrecciano senza annodarsi, che si toccano senza abbracciarsi, che si comprendono senza capirsi. È l'amicizia messa a repentaglio dalla vita, è l'amore perso per l'impossibilità di riconoscersi al primo momento, è il finale di cui non si può parlare.