Autrice: Rosella Postorino
Giudizio: ***
Quello che succede durante la guerra può essere letto solo con molta fatica. La fatica di sopravvivere per una bimba cattolica ed in bimbo musulmano, rifugiati in una chiesa durante un bombardamento, che si cibano di ostie non ancora consacrate. La vita in un orfanotrofio che raccoglie bambini che hanno ancora genitori in vita. Una città cosmopolita che subisce il supplizio in quanto cosmopolita. Il trauma della bambina lasciata sola nell'atrio del palazzo mentre i militari portano via la madre o del bimbo che fugge dalla madre, incitato dalla madre, per salvarsi dalle bombe.
Poi c'è l'Italia, il paese vicino e ricco e in pace, che ospita i profughi: plasma qualcuno, irrigidisce qualcun altro. I primi accettano la nuova condizione, i secondi vogliono tornare nel loro paese per cercare quello che in cuor loro sanno di ritrovare.
In questa speranza vivono le madri ritrovate nella guerra come le madri perse nella pace di una guerra senza fine vissuta dai bambini cresciuti altrove, al sicuro dalle bombe, ma comunque esposti al dolore, alla paura, allo spaesamento. La guerra fa crescere in fretta perché la guerra ruba l'infanzia e ruba la vita.