Autore: Fëdor Dostoevskij
Giudizio: ***
Il gioco vince su tutto, anche sull'amore. Parola di giocatore innamorato, ci scommetto!
Anche il più disinteressato può cadere nella trappola, lo testimonia il protagonista di questo romanzo, Aleksej. Questi inizialmente è un giocatore prudente ed oculato, letteralmente non interessato al gioco e costretto dalle richieste che gli fa la donna che ama seppur da lei non corrisposto, Polina. Lui è il precettore dei bambini della famiglia della donna il cui capofamiglia, un generale russo a riposo e follemente innamorato di mademoiselle Blanche, ha messo a rischio la stabilità economica della famiglia ipotecando i patrimoni familiari a favore di un marchese francese. Aleksej si dichiara a Polina disposto a tutto pur di entrare nelle sue grazie e la donna gli chiede di giocare per lei per garantire le finanze della famiglia messe a rischio dalla condotta del patrigno, il generale.
La prudenza è eccessiva, il gioco non garantisce i risultati richiesti da Polina e quindi non resta altro che sperare nell'imminente morte della nonna che sta in Russia e nella sua eredità. Quotidiani telegrammi vengono spediti dalla Germania, dove alloggia la famiglia, in Russia per avere notizia sullo stato di salute dell'anziana signora che però si riprende e decide di raggiungere la turbolenta famigliola in Germania. Con irruenza e spavalderia anche lei si getta nel gioco chiedendo di essere accompagnata da Aleksej ed è un successo che la fa vincere una cifra clamorosa, anche grazie alla sua saggezza che le consente di staccarsi dal tavolo al momento opportuno. Però la notte non è buona consigliera e l'indomani, nonostante gli accorati appelli di Aleksej, la signora torna al tavolo e perde tutto, anzi più di tutto, tanto da dover tornare in Russia con il primo treno.
Quello che accadrà successivamente è un gorgo nel quale Aleksej viene trascinato. Persa ogni speranza per l'amore di Polina si getta anima e corpo nel gioco come unica ragione di vita, con un finale beffardo al quale Aleksej non si sottrae, anzi se ne rende artefice.
Non si può tralasciare che Dostoevskij scrisse questo romanzo nel momento in cui aveva perso tutto al gioco. Un contratto capestro, sottoscritto precedentemente con l'editore, lo costringeva a consegnare un romanzo in un tempo brevissimo per salvare i diritti di tutte le sue opere future. Raggiunse l'obiettivo solo grazie all'idea di amici che gli presentarono una valente dattilografa alla quale dettò il testo consegnandolo nei tempi richiesti. La ragazza era una sua ammiratrice e successivamente diventerà la sua seconda moglie. Tra gioco ed amore è una lotta eterna.