Le mille luci di New York

Autore: Jay McInerney

 

Giudizio: ***

 

Le sorprese della vita non sono frutto del caso, ma spesso di cattive valutazioni, soprattutto se lei è una bella ragazza e tu la conosci in un bar. Diffidare sempre dei bar, ma soprattutto delle belle ragazze.

Quello che succede al protagonista di questo romanzo segue in modo quasi lineare l'errore commesso all'inizio che trasforma tutto in una valanga inarrestabile e lo trascina dove solo un paio di anni prima non avrebbe mai creduto di poter giungere. Il racconto, in prima persona, descrive questa tumultuosa discesa, tanto furiosa quanto inevitabile ed alla fine attesa, prodotta dal disastro affettivo ed emotivo del protagonista del quale non sapremo mai il nome. L'amico delle scorribande notturne lo chiama "capo", ma è evidente che a comandare è l'amico e non il protagonista che lavora al reparto verifica dei fatti di una rivista newyorkese che, più che un giornale, è un'istituzione. Il ruolo occupato al momento non è di prestigio, ma lascia spazio a prospettive luminose. Questo è il sogno del padre, sogno che però si sgretola tra le mani del protagonista quando la vita notturna gli impedisce di tenere ordine e disciplina nella vita diurna. Una persona apparentemente con la testa sul collo, colta, brillante che sbanda laddove non lo credeva possibile e perde di vista tutto, anche le sue aspirazioni, accecato forse dalle troppe luci alle quali ha pensato di poter ambire. Tante luci e troppo vicine. 


Sono diverse le situazioni evocative di un testa coda esistenziale irrecuperabile che conducono il nostro in situazioni divertenti ed al tempo stesso struggenti. Ne sono protagonisti l'amico di scorribande Tad, il fratellone Michael, seppure più piccolo di un anno, il furetto "Fred" ed un collega veterano del giornale, ma ormai perso nei fumi dell'alcol, la collega Megan, quella che ha sempre tifato per lui ed alla quale lui non è riuscito nemmeno a dire grazie senza rendersi sgradevole. Oltre naturalmente alla bella ragazza conosciuta in un bar di Kansas City, Amanda.

La parabola del frastuono che ha colpito la vita del protagonista trova un momento di ristoro per nulla effimero quando il ricordo dolce e struggente lo induce ad un baratto insolito: i suoi occhiali da sole Ray-Ban valgon bene un sacchetto di pane caldo appena sfornato. In questo ricordo, indotto dall'odore di pane appena sfornato e che accomuna la parte bella e la parte brutta della sua vita, si cela la consapevolezza che non sempre conosciamo a fondo chi ci sta vicino, per quanto essi ci siano cari. Alla fine, nonostante tutto, chi merita il nostro amore o la nostra amicizia riusciamo a comprenderlo anche grazie ad una semplice, inutile frase: "Come ti va?"