Autore: Carlo Rovelli
Giudizio: ****
Quanta poesia c'è nella fisica? Quanto basta, come si scrive in ogni ricetta che si rispetti di cui ancora non abbiamo assaporato il risultato finale. Il sapore superbo è garantito da un
quanto basta che è fuori controllo, al profano, ed è la poesia del cuoco che lo domina.
La fisica è quanto di meno aleatorio possiamo incontrare. Non c'è trucco, non c'è inganno: la fisica descrive in modo preciso e formalizza attraverso formule matematiche ciò che accade nel
pianeta, nell'universo. Con la fisica abbiamo la sensazione che chi la maneggia sappia come si autoregola il mondo reale, quello dove passeggiamo quotidianamente e che possiamo descrivere
attraverso le leggi della fisica.
Io sto pensando all'esercizio di fisica nel quale mi si chiedeva di dare valori all'angolo con il quale l'atleta di salto in lungo avrebbe dovuto spiccare il balzo, alla velocità che avrebbe
dovuto possedere al momento dello stacco ed alla distanza che avrebbe coperto l'atleta senza trascurare un leggero vento contrario. Quanta poesia c'è per un saltatore in lungo in questo
esercizio di fisica? Quanto basta, anche se per me ci fu solo terrore. E quest'ultimo non sarebbe stato di certo minore se avessi dovuto descrivere in numeri l'urto elastico di una pallina da
tennis con le corde di una racchetta.
La fisica all'inizio dello scorso secolo, grazie ad intuizioni poi verificate matematicamente, affrontò la rivoluzione della fisica quantistica. La fisica classica non è più una risposta
sufficiente e deve essere "integrata" in tutto quello che la fisica quantistica ci ha "offerto" di nuovo. Che poi nuovo non è, esiste da sempre, ma non ce n'eravamo mai accorti. C'è stato un
tempo in cui il mondo sembrava "semplice", poi è arrivata la teoria dei quanti che ha mescolato le carte distribuendole per una nuova partita tutta da giocare.
Alcune evidenze teoriche e sperimentali si sono dimostrate inconciliabili con quello che i fisici si sarebbero aspettati. Questo ha indotto ad elaborare teorie diverse dei molti mondi o delle
variabili nascoste. Non c'è ancora una parola fine, stiamo ancora navigando nell'esplorazione di queste fantasmagoriche novità: onde di probabilità, particelle lontane che risultano
magicamente connesse, particelle che forse non devono più essere interpretate come tali. Proprio perché a tutto ciò non è ancora stata data una risposta definitiva tale teoria resta
profondamente misteriosa. Nel libro l'autore presenta una diversa prospettiva che supera il materialismo ingenuo e l'idealismo per affrontare le questioni fondamentali, ancora irrisolte, che
attengono alla costituzione della natura ed alla costituzione di noi stessi, che della natura siamo parte. Soggetti osservatori non terzi, ma immersi in tutti i processi che osserviamo.
Libro semplice, filosofico, poetico, affascinante quanto basta. Buona lettura.