Autore: Jostein Gaarder
Giudizio: ****
Un riascolto a distanza di 25 anni.
Un romanzo filosofico che, a 25 anni, mi indusse ad una lettura forsennata e vorace. Dopo aver "incontrato" De Crescenzo mi ero imbattuto, nuovamente, in una lettura semplice della storia
della filosofia e fu un'epifania. Questo libro è la "fiaba" del pensiero occidentale e della sua evoluzione gettata in pasto a me che ignoravo quasi tutto. Fu una scorpacciata.
Un compagno di pallavolo, ricercatore alla facoltà di lettere e filosofia di Bologna, disse che De Crescenzo e "questo tale" erano i "Novella2000" della filosofia. E lo diceva dal pulpito dei
suoi studi tomisti. Ubi maior minor cessat, ma, nonostante lo sberleffo da spogliatoio, il romanzo mi appassionò e mi suggerì elementi di riflessione che erano rimasti sopiti in me da quando
la maestra cercò di spiegarci chi erano e cosa facevano i filosofi. Ricordo che a quel tempo rimasi imprigionato in un pensiero senza fine: "i filosofi pensano chi sia l'uomo per cercare
risposte universali, ma, essendo umani, non faranno altro che pensare a loro stessi che certamente sono solo una piccola parte dell'universo e non l'universo. Come potrebbero trovare le
risposte? Sarebbe necessario cercare risposte universali..." e via così, via così, via così. Forse anche per questi cortocircuiti alle pareti delle scuole elementari Carbonieri in Modena
andavano fortissimo i poster dei dinosauri e le carte geografiche, ma non raffigurazioni di filosofi.
L'inverno scorso, a causa di un paio di operazioni agli occhi che costrinsero mi figlia a rimanere praticamente al buio per qualche giorno, le acquistai due audiolibri per passarsi il tempo.
Ascoltò e riascoltò il Canto di Natale di Dickens, ma snobbò Il Mondo di Sofia. L'ho ascoltato io in queste settimane, memore di un ricordo fuori dalle righe, una personale mitizzazione (al
pari della finale di Wimbledon tra Borg e McEnroe nel 1980, per dare il senso del livello dove è collocato nel mio "immaginario personale").
Ieri ho portato a termine l'ascolto e posso rivelare due cose. La prima è che avevo completamente rimosso alcune parti della storia, "cannibalizzate" da altre parti che, risentito il racconto
oggi, non sono necessariamente le più importanti. La seconda è che questo è un romanzo filosofico che incidentalmente utilizza i filosofi ed i loro pensieri per narrare una grande fiaba e non
per soli bambini. C'è un maestro, Alberto, e c'è un'allieva, Sofia, intrecciati alla filosofia ed alla vita, loro e di altri, non priva di sorprese anche divertenti per quanto possa apparire
serio e lineare un argomento grandioso come l'amore per la conoscenza.
Io ho riletto pochissimi libri (I Ragazzi della Via Pal, Il Giro del Mondo in 80 Giorni, Aniceto ovvero la Bocca della Verità, Il Compagno Don Camillo), ma questa non è una rilettura è il
primo "ascolto" e quindi Aristotele la catalogherebbe in un'altra categoria, seppure sempre sotto il cielo stellato. Ne è comunque valsa la pena, con buona pace per gli studi tomisti.