Autore: Michel Houellebecq
Giudizio: ***
La vita è un costo vivo che si paga in rassegnazione e rimpianto, passando dalla depressione per arrivare fino alla fine, qualunque essa sarà.
L'esperienza dei genitori, rimproverati dal protagonista per il nome che gli hanno dato, senza null'altro da poter rimproverare loro, se non averlo fatto sentire quasi estraneo al loro rapporto.
Non un componente titolare della famiglia, ma un aggregato alla coppia. Una coppia segnata dall'essere compiuta, fino a che la morte non li separerà. Il figlio segnato dall'impossibile
congiunzione con quella coppia e forse dall'impossibilità di concepire sé stesso come parte di una coppia.
È il racconto di un'esistenza fatta di storie e memorie macilente, trascinate, tragiche, desolanti, aberranti, schifose. Ricordi e rimpianti. Dolore e rassegnazione. Una vita insignificante
vissuta nell'apatia delle delusioni professionali, che non potevano che essere tali, e relazioni sentimentali prive di sentimenti. È solo meccanica del sesso è solo attrazione e respingimento: le
relazioni tra uomo e donna sono inconciliabili perché uomo e donna hanno una visione diversa dell'amore. Per questo non si comprenderanno mai.
Il racconto inizia nel momento in cui finisce la relazione con una ragazza giapponese di vent'anni più giovane del protagonista. Una storia che finisce nel momento in cui la sua depressione sta
salendo in modo incontrollabile. Ed i ricordi ed i rimpianti diventano sempre più dolorosi. La scelta della sparizione al mondo è la morte virtuale, ma non si può sparire ai propri ricordi, non
si può sparire a sé stesso per continuare a sperare. Una speranza inutile, illusoria, frustrante. Impossibile recuperare gli unici cinque anni di vera felicità che ricorda. Fu un impenitente
libertino che ha gettato l'opportunità del grande amore ed ora, a quarantasei anni, deve vivere con farmaci antidepressivi senza essere cambiato, perché rifarebbe le stesse cose, ancora una
volta, per sempre.
Non si sente colpevole di nulla, si sente solo depresso.