Autore: Diego De Silva
Giudizio: ***
Flusso dell'incoscienza che raccoglie in 100 paginette la superficialità delle nostre coscienze. Frasi brevi si allacciano a concetti espressi nel comune dire o colti nel comune sentire. Qui
trovano sistemazione, precisa e lapidaria. La banalità del vero sottoposta ad un'esplorazione con il telescopio e non ad una lente di ingrandimento. Perché tutto ci è lontano fino a quando
non lo leggiamo e lo scopriamo più vicino. Pensare "questo è proprio vero" è la sorpresa a cui ti espone questa esplorazione, è proprio vero.
Lo scibile dell'umano trovato nell'inumana individualità che diventa collettiva, ma non umana. Si nominano Baudelaire, Pasolini, i Teletubbies, Kant, Hegel, il Grande Fratello, X Factor,
Kiarostami, De Filippo, Finardi, Dalla, Dylan, nomi che si conoscono, tutti li conoscono. Però, in realtà, non serve conoscerli, è sufficiente nominarli ed incasellarli nello spazio esatto
sulla superficie a nostra disposizione. E questo potrebbe significare che c'è un profondo, ma interessa meno della superficie. Perché io non guardo i Teletubbies, ma di Kant le so tutte! Tu
cosa ne sai?
Si legge il "nulla" convenendo che è il "grande nulla". Scale che salgono e scendono restando allo stesso piano: la superficie che ci piace perlustrare definendone i confini fino a quando
sarà possibile nella data cornice. Orientarsi sulla superficie appare divertente, certamente più rassicurante rispetto al conoscere chi e cosa si nomina. Escher sarebbe stato perfetto, ma non
trova spazio in questa superficie ed io lo colloco nella mia, in un'altra cornice.