Autore: Erich Maria Remarque
Giudizio: ****
I vent'anni di una generazione, persa per la Patria che non può essere tale senza lo Stato, non si ritroveranno mai.
Il massacro della Grande Guerra è presente in ogni pagina di questo libro. È il massacro fisico, quello inevitabile in ogni guerra: vedere morire amici come fatto ordinario perché è la guerra. È
il massacro dei sogni di giovani ventenni che, ancora, non sanno cosa sarà di loro. Ormai sono esperti di guerra, ma potranno dimenticare questo orrore e tornare alla normalità? È il massacro
degli ideali, quegli ideali indotti dal potere costituito che ha consegnato una classe intera alla guerra. È il massacro dell'ordine costituito "formale" in un mondo "informale" fatto di paura,
dolore, rabbia, indifferenza e sopravvivenza che non sta più nel saluto marziale, ma sta nel riconoscere il colpo che giunge dalle linee avversarie per agire di conseguenza e salvarsi.
Il rifiuto della guerra esce da ogni pagina come denuncia di una tragedia vista, ma invisibile. Si sopravvive per pura fortuna e si muore per pura sfortuna. Nulla ha più un senso e la fine del
senso cancella lo Stato e trascina nel gorgo la Patria e tutti gli ideali che la fondano. L'indicibile non devi raccontarlo e devi fare da trincea al fronte con il nemico, ma anche per i borghesi
compatrioti che non sanno e non vedono. Sei stato abbandonato, la Patria ti ha lasciato solo con i pochi camerati che sono soli come e con te.
Un libro bellissimo che non lascia spazio a mediazioni. Dovrebbe indurre l'umanità intera a bandire la guerra come soluzione dei "litigi" tra i pochi uomini, ma combattuti dai milioni di uomini
che non hanno motivo per litigare tra loro. Questi diventano carne da macello, gli uni per gli altri, niente di nuovo sul fronte occidentale.