Autore: Umberto Eco
Giudizio: ****
L'importante è orientare l'opinione del pubblico fino ad averne il controllo. Banalità, se vogliamo, ma non è banale tracciare un possibile percorso per giungere al controllo che, in ultima
analisi, concede una posizione di vantaggio nell'infinita lotta per la sopravvivenza e per la supremazia.
La manipolazione è perfetta per "orientare". Non è necessario prendersi la briga di mentire, ma semplicemente operare per creare relazioni fittizie tra eventi solo apparentemente collegati,
evidenziare parti ed ometterne altre. Non è arte, ma giornalismo orientato alla massimizzazione del risultato da perseguire, consapevolmente o inconsapevolmente. Non tutto ciò che leggiamo e
sappiamo è frutto del caso, dietro potrebbe esserci una regia oscura che guida le nostre opinioni, le nostre scelte, le nostre azioni. Il complotto aleggia sulle nostre consapevolezze, mutevole e
multiforme e noi diventiamo semplici pedine.
Ci sono caratteristiche ancestrali (credenze) ed al tempo stesso moderne (tecnologia) per le quali i lettori non hanno antidoti. Ci finiamo dentro e, senza riconoscerle, restiamo catturati. Anche
se pensiamo di poterlo dominare non ne abbiamo mai il controllo perché se le cose sono messe in fila secondo una logica direttrice verosimile, tale logica diventa la verità. Nonostante noi,
nonostante ciò in cui crediamo. Il complotto sta nel negare l'esistenza del complotto, ma al tempo stesso nel riaffermarlo in quanto non sarebbe necessario negare qualcosa che non esiste. Fine
dei giochi.
Il mistero offusca o nasconde ed il mistero che deve essere svelato ha una spiegazione finale, se c'è, necessariamente controversa. E rimane sul tavolo l'ingrediente senza il quale il complotto
non può esistere: il mistero indotto, suggerito, manipolato.
Libro di lettura facilissima. Agile e scrostato dagli appesantimenti storici e filosofici che condivano le precedenti opere di Eco. Prodotto ad uso e consumo di chi nega l'esistenza dei complotti
(è tutta una colossale burla, ma di cosa stiamo parlando?) e di chi invece li vede dietro ad ogni angolo (c'è un interesse oscuro per cui non vogliono che venga reso pubblico).
Tutto è vero perché nulla è falso. Tutto è falso perché nulla è vero. Trovare la verità passa attraverso questi antipodi, fino al ritrovamento della verità successiva.
Nota: trovo sintomatico il giudizio espresso da uno dei personaggi sull'evoluzione dell'utilizzo dei telefoni cellulari ad inizio anni '90. Complotto?