Autore: David Markson
Giudizio: ***
"Quando ancora dubitavo delle sue capacità, chiesi l'opinione di G. E. Moore. La sua risposta fu: 'Penso di lui ogni bene possibile'. Quando gliene domandai la ragione, disse che era perché
Wittgenstein era l'unico allievo ad apparire confuso alle sue lezioni." Bertrand Russell.
Russell dubita, Wittgenstein dubita. C'è di che dubitare.
Nel dubbio mi inerpico in una racconto inestricabile, inspiegabile, impalpabile. Ogni vicenda umana, e non, che risponde a tale caratterizzazione è fonte di fascino. Il mistero della logica
nascosta ci attrae. Il mistero ci attrae. Nel mistero alimentiamo il dubbio: cosa sto leggendo? Sono stato a Savona, a Roma, a San Pietroburgo, a Troia, che ora si chiama Hissarlik, sullo stretto
dei Dardanelli e non me ne sono accorto. Forse mi sono espresso male, dovevo scrivere che avrei potuto essere stato in questi luoghi senza averli riconosciuti. Ci sono stato o non ci sono stato?
Rincorriamo le pagine del libro, le pagine della vita della protagonista, alla scoperta di una logica. Le pagine scorrono veloci, a volte ripetitive. Strane, ma reali se si ammette la pazzia, la
piromania, la fertilità, la morte del figlio come fattori del tutto temporanei e superabili, se ammettiamo di sapere cose senza sapere quali siano i motivi per cui sappiamo di Dostoevskij pur non
avendo mai letto Dostoevskij. Odisseo, perché poi i romani lo hanno chiamato Ulisse? Argo è il nome più adatto per un cane? Forse no se in realtà è un gatto rossiccio. Nel quadro di quella casa,
che rappresenta la casa più avanti, bruciata, appare una figura femminile, ma non posso essere io e forse la casa non è nemmeno quella, e forse non è una figura femminile è solo un'ombra,
comunque qualcuno vive su questa spiaggia.
"Ci sono romanzi che non solo reclamano a gran voce le interpretazioni critiche, ma cercano proprio di indirizzarle" David Foster Wallace nel saggio sul libro intitolato "La pienezza vuota"