Sono certo, questo momento l'ho già vissuto e forse qualcosa di più lungo del rapido momento che permane sfuggente. A me succede spesso, appare come una magia innocua, marginale, irrilevante,
inutile. Quando però due amiche scrivono sul collettore universale del "ma questo l'ho già visto!", che poi altro non è che il calderone Facebook, mi suggeriscono a loro insaputa che l'argomento
deve essere trattato anche se intendiamo cose, fatti e persone non solo un po' diverse, ma letteralmente diverse.
Nel mio tipico caso il finale si disperde irreparabilmente ed io non so capire quando il già visto finisce e quindi non riesco a predire, prefare, prevedere. L'inutilità al potere: lo vedo
iniziare, lo sento iniziare e poi degrada piano, inesorabile, silenzioso ed invisibile. Del resto accade pure che al mio passaggio si spengano i lampioni e non so se interpretare questa cosa come
preparazione di un finale a sorpresa non visto nel buio o come degrado della pubblica illuminazione.
Comunque sia un mio amico, assai pragmatico, sostiene che tutto è causato da un rallentamento delle funzioni percettive del cervello e quindi ci pare, mi pare, di vivere due volte la stessa
situazione semplicemente perché ne prendo consapevolezza con qualche nano secondo di ritardo. Il mio amico sostiene, in conclusione, che il mio cervello è naturalmente predisposto al
rallentamento. Quindi non c'è preveggenza, ma semplice pigrizia neuronale.