Lamento una certa trasandatezza epocale. Viviamo di rozze approssimazioni che non producono nulla di diverso dal perpetuare loro stesse. Un tempo, penso, c'erano alternative molto distanti, tanto
inconciliabili che si escludevano. Le sceglievi con rigore ed attenzione, anche sbagliando. Oppure, guidato dal caso, semplicemente per fortuna o per sfortuna: una democrazia proletaria varrà
bene un movimento sociale? Eppure, al netto delle inadeguatezze delle scelte casuali, le soluzioni erano ben delineate, caratterizzate, apparentemente inossidabili e precise.
Oggi non c'è questa precisa separazione e la possibilità di scelta, consapevole o inconsapevole che sia, si perde. L'approssimazione della scienza politica ce lo impedisce, scientificamente,
perché la scienza politica dimostra l'imprecisione della scelta. Certo UNA scelta è sempre possibile, anzi necessaria, ma LA scelta pare impossibile per l'assenza di prospettive che
vadano al di là del naso di chi dovrebbe produrre le prospettive. Per costui è più semplice baloccarsi di un approssimativo presente che di un incerto futuro, tanto non sarà sua la colpa del
fallimento, ma ricadrà e verrà redistribuita tra chi non ha assecondato l'epoca anche se sfuocata e tremolante. Viviamo l'imbarazzo interlocutorio di un "tuttavia" che ruba la certezza alla prima
tesi per trasferirne solo una parte alla seconda, consapevoli che certamente quest'ultima sarà rincalzata da un ulteriore "tuttavia" che tracimerà su una tesi ulteriore, seppur logora, forse
inutile, certamente trasandata.