Autore: Jonathan Franzen
Giudizio: *****
C'è il "giusto" e c'è lo "sbagliato". Per condividere l'uno e l'altro devi possedere dei prerequisiti forti, prestabilire delle condizioni e cosa esiste di più forte della famiglia? Nulla può
essere un prerequisito migliore!
Cresci nelle convinzioni e nei comportamenti corretti, ti attieni alle indicazioni dei genitori e poi "sbocci" come individuo ritrovandoti lontano, forse lontanissimo da tutti quei comportamenti
che sarebbero riconosciuti come "giusti" e più incline a percorrere strade "sbagliate". L'ateismo dal "dio genitore" si impossessa di te e ti affranchi da tutto quello che ti è stato insegnato
perché quella religione non ti pare più coerente con la tua vita "giusta". Urgono ravvedimenti?, urgono correzioni?... forse sì, forse no...
La famiglia Lambert è costituita dal patriarca, Alfred, pessimista, integerrimo, retto, ligio. Schivo fino allo sfinimento, talmente tanto schivo che pare non dimostrare amore nemmeno nei
confronti di moglie e figli. Apparentemente, perché la figlia comprenderà una (possibile) chiave di lettura diversa in prossimità della conclusione.
La madre, Enid, ha conosciuto solo Alfred (e non poteva essere diversamente) anche se ha fantasticato tutto quello che avrebbe potuto essere (giusto o sbagliato che fosse) e non è stato. Sogni
effimeri, provinciali, ma di grande rilevanza nel suo cosmo personale. Tra questi il tentativo di trascorrere l'ultimo Natale tutti insieme nella loro casa: è uno dei tarli nella raffigurazione
della vita familiare che sembra sempre più prossima sfuggirle di mano.
Poi ci sono i tre figli: Gary, Chip, Denise. A diverso titolo, e con diverse prospettive e conseguenze, tutti si allontanano da quello che i genitori giudicherebbero come "giusto".
Il primo, quello giudizioso, è stanco di subire il peso del suo "giudizio", ovvero decide di mettere in campo il suo giudizio in un modo per i genitori (forse) comprensibile, ma in assoluto
"sbagliato". Il secondo, l'intellettuale spregiudicato e sempre più lontano dalla famiglia, si scopre forse il prediletto e si mostra disponibile ad una vita che solo pochi mesi prima avrebbe
ritenuto detestabile e "sbagliata". La terza, in continua discussione con la madre, comprende il padre e tramite suo, forse, anche la madre.
Avvicinamenti, allontanamenti, in una vita che scorre e con la quale ognuno deve fare i conti per valutare la possibilità che le correzioni siano possibili, opportune, praticabili. Non tutte le
correzioni sono "giuste" o "sbagliate", ma sono una possibilità per proseguire, perché certamente proseguire è "giusto".
Il presente si alterna al passato definendo il ritratto preciso, ironico, doloroso, conflittuale di una famiglia vissuta secondo i canoni prestabiliti, ma non immodificabili.