Autore: Armando Massarenti
Giudizio: ***
E chi non lo vorrebbe avere un filosofo tascabile, minuscolo, sempre disponibile e con la risposta precisa, esatta al momento opportuno? Modello genio della lampada...
Armando Massarenti ci prova proponendo 44 ritratti fulminei per questo idealtipo di filosofo che però, udite, udite, non esiste. Infatti il filosofo è tale solo se si confronta con grandi domande
che escludono la tascabilità come caratteristica pregnante. Perché è chiaro che queste grandi domande sono accompagnate da grandi risposte che restano tali solo fino al momento in cui arriva
colui che le confuta e le sovverte. Mi pare che uno di questi grandi filosofi che nulla aveva di tascabile, Schopenhauer, abbia espresso un concetto sull'essere filosofo che può essere
sintetizzato nel modo seguente:
a) incompreso in vita,
b) valorizzato in fin di vita o dopo la morte,
c) accantonato e superato spesso in pochissimi anni dal decesso.
Destino crudele ed inevitabile, ma certo Schopenhauer non brillava in ottimismo. Del resto anche il "filosofo-scienziato" Newton, che divenne famoso per un bernoccolo provocato da una mela,
affermava che aveva potuto vedere più lontano di altri solo perché era potuto salire sulle spalle dei grandi che lo avevano preceduto. Facile, no? Semplice esercizio ginnico.
L'autore de "Il filosofo tascabile" raccoglie le vite, le morti (spesso bizzarre), le questioni centrali che hanno affrontato i 44 filosofi "tascabili" e le modalità di investigazione da loro
adottate e spesso racchiuse negli stili di vita (esempio inarrivabile lo stoico Seneca che nega e rafforza al tempo stesso con il suo stile di vita la sua adesione a questa corrente di
pensatori). Scopriamo quindi che
- Socrate è uno spartiacque che è entusiasta dall'aver compreso di non sapere,
- Platone può avere una valenza consolatoria laddove pare impossibile trovare una risposta perché i nostri sensi sono fallaci nel sondare la realtà che ci circonda,
- Cartesio è assai controverso nel voler trovare o nel voler negare una sintesi tra esistenza dell'anima in un corpo fisico,
- Hegel è di una complessità tale che addirittura non è sempre ben compreso dai suoi cultori e questo ha generato una doppia corrente hegeliana di destra e di sinistra e che il compitìno tesi / antitesi / sintesi trova risposte controverse nella necessaria storicizzazione,
- Russell che rischia di morire di stenti per una vita un po' troppo "fricchettona" per un docente aristocratico di Cambrindge (nonché premio Nobel),
- Wittgenstein che, prima di litigare con Popper, passa anni della sua vita a fare il maestro in una scuola elementare.
Menti straordinarie immerse in ritratti di vite ordinarie. Questo rende un filosofo tascabile, ma difficilmente rende tascabile la sua filosofia. Quindi si deve accantonare l'idea di avere un filosofo sempre disponibile ed a portata di mano per avere risposte certe ed immutabili. A meno che non siate voi stessi quel filosofo. Del resto il solito Schopenhauer invita a non leggere i "suoi" pensieri, ma piuttosto ad articolare attivamente ed autonomamente i propri pensieri. L'imperativo categorico, direi kantiano, è: pensate! In questo il filosofo tedesco risulta stranamente fin troppo ottimista, come se tutti potessero produrre la grandezza dei pensieri dei 44 filosofi le cui speculazioni sono riportate in estrema sintesi ne "Il filosofo tascabile".