Il facciotto (per i moderni avatar) che mi contraddistingue su facebook e su google+ rappresenta una caricatura di Kurt Vonnegut, grandissimo scrittore statunitense di chiare origini tedesche.
Cosa dire di questo autore? Strepitoso? Corrosivo? Ironico? Surreale? Visionario? Tutti questi aggettivi sono validi! Lui è molto di più ed al tempo stesso molto di meno. Per descriverlo non
riesco ad identificare un alto rispetto ad un basso, perché tutto è inevitabilmente "sconvolto". Il luogo comune è soggetto a costante ribaltamento in funzione della valutazione dell'impossibile
come possibile. Il facciotto non mi rappresenta fisicamente, ma mi piace pensare che mi possa rappresentare idealmente.
Fino ad una dozzina di anni fa non lo avevo nemmeno sentito nominare. Per esempio non sapevo che il film "La colazione dei campioni", che pure avevo visto, era tratto da un suo romanzo. Fu un ex
collega che me lo disse e mi consigliò la lettura di questo autore. Mi si è aperto un mondo nuovo.
Vonnegut è catalogato come scrittore di fantascienza (!?!), ma direi in modo del tutto arbitrario e riduttivo se non improprio. Il genere umano tende ad avere la necessità di classificare quello
che deve maneggiare. Ci dà sicurezza l'ordine, purché sia il nostro ordine. Uscire dagli schemi consolidati tende a marginalizzare ed alla lunga produrre la sparizione. Infatti tutto quello che
non è conforme al modello di società di cui si fa parte tende all'estremizzazione (è un orginale..., è un pazzo..., è un alcolista..., è orientale..., è occidentale...) e poi cancellazione se non
rientra negli schemi. Questo non è stato vero per Vonnegut segno che, nonostante la difficoltà nel classificarsi, Vonnegut aveva delle cose da dire, delle belle cose da dire. Ma non solo belle,
le diceva anche bene.
Certo una parte di questa fama da scrittore di fantascienza è dovuta ad un altro grandissimo autore di fantascienza, Dick, che in una lettere ad una qualche sua ex moglie scriveva che l'unico
scrittore di fantascienza che riusciva a leggere in quel periodo era Vonnegut. Certo se Dick, icona della fantascienza, ti identifica come scrittore di fantascienza, quale sarà il critico
letterario / redattore che potrà contraddirlo?
E certamente a questa nomea ha contribuito anche l'alter ego di Vonnegut, uno scrittore di fantascienza geniale, prolifico ed incompreso chiamato Kilgore Trout. Compare con costanza nei romanzi
di Vonnegut. E' un "perdente" della società, ma vince perché è libero dagli schemi. Infatti è costretto a vedere le sue opere pubblicate su riviste pornografiche, summa del non catalogato e del
non catalogabile.
Se dovessi fare una scheda di lettura di un libro di Vonnegut, come mi chiedeva la mia professoressa di lettere alle medie per ogni lettura, alla voce genere metterei un vaghissimo "vario",
meritando un inevitabile insufficiente dalla prof.; ma non riuscirei ad essere più preciso.
Vonnegut, fin dalla prima lettura, mi ha sorpreso per l'assoluta noncuranza con cui "sperpera" idee folgoranti nei suoi libri. Idee sulle quali altri autori costruirebbero interi romanzi sono
spesso semplici elementi di descrizione che non vengono sviluppati. Sono elementi buttati lì, dispersi nel mare della scrittura del libro. Pensi che prima o poi verranno riesumati ed invece ti
accorgi che erano funzionali al solo passaggio in cui li hai letti. Né più, né meno.
- "Mattatoio n. 5 (la crociata dei bambini)" è un grandissimo esempio di pacifismo militante con il quale Vonnegut, a ragione, è stato identificato. Antimilitarismo di quello che serve a farci
capire come l'umanità, con tutte le sue devianze e le sue storture ha ancora una possibilità di riscatto se esistono persone come Vonnegut. Questo libro è il suo più famoso e forse anche il più
politicamente disturbante. Si parla dei bombardamenti degli alleati (i "buoni") su Dresda dove Vonnegut era prigioniero durante la seconda guerra mondiale. Ma si parla anche di un'amicizia tra
uomini, o meglio tra bambini, che hanno passato quell'inferno tra il 1940 ed il 1945 e che nonostante tutto non sono cresciuti. Eppoi si parla anche dell'inammissibilità di dover fare la guerra,
dell'indecente abominio del sacrificio di milioni di vite di giovani, anzi di "bambini". Vonnegut lo sa, perché lui era uno di quei "bambini", era un amico dei milioni di "bambini" morti. Da
qualche parte ho letto della profonda amicizia di Vonnegut con Heller, lo scrittore di "Comma 22", dove viene fotografata la stupidità della guerra e delle regole che in guerra devono essere
riscritte (Articolo 12, Comma 21: «L'unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia». Articolo 12, Comma 22 «Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo»).
- "Dio la benedica, Mr Rosewater" racconta di come nella nostra società il denaro si accumuli e come possa essere utilizzato in modo etico, ovvero di come si operi per preservare l'accumulo a
vita. All'illuminato e generoso Mr. Rosewater si rinfaccia di dare perle ai porci sperperando i fondi accumulati. Il comune agire umano (accumulare soldi) è piegato alla "pazzia" del protagonista
che preferisce utilizzare il denaro accumulato per fare del bene al suo paese. In questo modo Mr. Rosewater viene identificato come soggetto "pericoloso" per la società e per il soggetto
principale della nostra società: il denaro.
- "La colazione dei campioni" ha questo fulminante incipit: "Questo è il racconto dell'incontro di due uomini bianchi, solitari, macilenti e abbastanza anziani, su un pianeta che andava
rapidamente morendo". Un ricco concessionario di auto, leggendo un libro di Kilgore Trout (che conoscerà perché riceverà l'unico premio letterario della vita nella sua città), si convince di
essere l'unico essere umano dotato del libero arbitrio. Vonnegut prende di mira la società americana "corretta", intrisa tristemente dal razzismo, dalla cattiva politica guerreggiante e soggetta
agli effetti devastanti di pubblicità e dei mass media.
- "Cronosisma" pur essendo il primo che ho letto credo sia stato l'ultimo romanzo scritto da Vonnegut. L'idea di fondo è che il principio di impossibilità al riavvolgimento del tempo è
trasgredito costantemente: quotidianamente gli uomini si trovano a rivivere la stessa giornata, la stessa vita. Ma quanto differisce questo schema dalla realtà della nostra società?
- "Galapagos" impegna Vonnegut nella descrizione di quello che potrebbe essere l'evoluzione della specie umana. I temi affrontati sono l'antimilitarismo, l'ambientalismo, la necessità di
affrontare percorsi sostenibili per il genere umano. Il tutto ambientato nell'isola di Darwin dove nacque l'evoluzionismo ora ancora negato in ragione della credenza in una teoria
creazionista.
A me piacerebbe scrivere come scriveva Vonnegut. A me piacerebbe trasporre i miei pensieri su carta come lo faceva Vonnegut. Direi che posso andare oltre e dire che non è solo una questone
estetica, ma pure una questione di conteniti: mi piacerebbe pensare come pensava Vonnegut. E lo dico sapendo che per farlo dovrei avere il coraggio dell'isolamento in attesa di una incerta
riscoperta ed appropriata classificazione. Vonnegut si è contraddistinto per l'impegno civile che "trasuda" da tutti i sui scritti a "favore" dell'umanità diseredata (Kilgore Trout su tutti) e
della pace (troppo spesso dannatamente cancellata).
Kurt Vonnegut è morto nel 2007 a seguito dei traumi cerebrali conseguenti un incidente domestico avvenuto nella sua casa di New York. Affinità elettiva? :-)
Non posso permettermi di abbandonare il "mio" facciotto con tutte queste aspirazioni che verranno inevitabilmente deluse per viltà o per scarso talento! :-)