Il fatto che Benedetto XVI abbia deciso di non andare all'università "la Sapienza"di Roma ha scatenato il solito giornalismo superficiale e la solita politica supina alle
"bolle" papali. Io ritengo che:
- l'apertura dell'anno accademico da parte del Papa per un'università sarebbe come se la messa di Natale o di Pasqua la celebrasse un laico per i cattolici
- dire che il Papa è censurato significa vivere in un altro pianeta. Il Papa, oltre ad avere propri organi di diffusione del proprio pensiero (stampa, radio, vescovi, parroci,...), può anche contare sull'indistinta e generale disponibilità di tutta la stampa italiana che veicola con costanza ed ampiamente il suo pensiero
- se veramente vogliamo un regime democratico dobbiamo mettere in conto che contestare il Papa per le sue posizioni retrograde può accadere. Questo e null'altro è stato fatto nella vicenda in questione
- il Papa, per altro per sua decisione, è infallibile solo sulle questioni di fede e sulle altre questioni è "semplicemente" il capo di stato di un paese straniero. L'università di Roma avrebbe potuto invitare Bush, oppure Castro, oppure il Dalai Lama per aprire l'anno accademico? Credo proprio di no...
Ancora una volta il nostro giornalismo, ma anche la politica, si dimostra supina. Non c'è motivo, se non un interesse elettorale per la seconda ed una guida politica per il primo. La cosa resta molto preoccupante.