Leggo tra lo stupito, lo sgomento e il divertito un articolo che appare questa settimana sulle colonne de "L'espresso", intitolato "L'altra casta", riferito alla casta dei sindacalisti, ovviamente
peggiore della prima casta dei politici assurta alle cronache di questa estate, nemmeno troppo calda, che ha alimentato gran parte del qualunquismo nostrano.
Potete leggere l'articolo parziale "L'altra casta" on
line oppure scegliere di approfondire acquistando il settimanale in edicola da venerdì 3/8/2007. Certo quanto si legge vi potrebbe lasciare molto sopresi, perché non si attacca il sindacato per
l'inadeguatezza o l'incapacità di procedere con un'azione sindacale che faccia fronte ad una legislazione del lavoro che negli ultimi anni ha peggiorato la vita dei lavoratori. Non si critica il
sindacato che sottoscrive accordi o contratti che non si ritengono consoni o adeguati alle esigenze dei lavoratori. Cioè non si critica il valore dell'operato del sindacato per quello che è il
mestiere del sindacato, ma si critica il sindacato solo per il fatto di esistere e di avere delle strutture che gli garantiscono l'esistenza.
Il sindacato ha una storia lungo la quale sicuramente si potranno trovare sbagli, sottovalutazioni, inadeguatezze, però non è questo che indigna il solerte cronista de "L'espresso". A me pare proprio
strano guardare il dito e non vedere la luna.
Comunque sia io personalmente preferisco vivere in un paese dove il sindacato c'è, dove il sindacato contratta un contratto di lavoro nazionale, dove il sindacato contratta anche un contratto di
secondo livello, dove il sindacato possa tutelare tutti i lavoratori da eventuali soprusi dei datori di lavoro, dove il sindacato mi consenta di fare una dichiarazione dei redditi a prezzi
accessibili senza che debba andare da un commercialista, dove il sindacato mi possa aiutare a recuperare il TFR dell'azienda fallita dove lavoravo, dove il sindacato mi aiuti ad espletare le pratiche
per avere l'assegno di invalidità o l'accompagnamento per il parente malato, ecc.
Io la vedo così, evidentemente il signor Stefano Livadiotti ha altre idee, evidentemente il signor Stefano Livadiotti non ha bisogno dell'aiuto di cui potrei avere bisogno io dal sindacato. Sono
felice per il signor Stefano Livadiotti e però sono più felice che in Italia esista un sindacato che faccia arrabbiare chi vorrebbe, come il signor Stefano Livadiotti, che i lavoratori fossero ancora
più divisi di quanto lo sono ora.