Mastrogiacomo è stato salvato grazie alla mediazione di Emergency e del suo fondatore, Gino Strada. La mediazione è stata certamente condivisa anche dal nostro governo che, non a caso, su questo
tema ha avuto anche uno scontro tra ministri (difesa contro esteri, Parisi contro D'Alema).
Però tutto è bene quel che finisce bene direbbero Parisi e D'Alema brindando, senonché non tutti sono soddisfatti del risultato ottenuto. Scopriamo che gli americani (ma non solo), che in altri casi
hanno osteggiato apertamente le trattative italiane (vedi il caso Calipari), si dichiarano profondamente scontenti dell'operato italiano. A loro si accodano inglesi ed olandesi che sostengono
l'impossibilità di trattare con il nemico.
A questo aggiungiamo che, non più tardi della scorsa settimana, Fassino ha proposto che alla conferenza di pace voluta dall'Italia partecipino anche i Talebani; comprendiamo quindi come il fronte dei
"volenterosi" di Bush non sia proprio ben amalgamato. Qualche crepa nell'operato in Afghanistan evidentemente si è aperta.
Mi aspetto una risposta decisa dal governo italiano alle pressioni USA, purtroppo invece leggo di una disponibilità italiana ad aumentare il nostro impegno in Afghanistan per rientrare nelle grazie
degli americani (non basta quanto stanno facendo e non facendo sulla base di Vicenza?). Tutto già visto, tutto vecchio.
La prossima settimana si dovrà votare il rifinanziamento di questa missione che non può più essere considerata di pace se richiede nuove forze e se esclude la diplomazia come elemento per risolvere i
problemi dell'Afghanistan.
A questo si deve aggiungere che Gino Strada è stato messo in una condizione per cui il governo italiano lo sta candidamente scaricando, mentre il governo afghano lo ritiene responsabile della
liberazione di 5 prigionieri talebani (sappiamo che dietro l'uomo di paglia Karzai in realtà ci sono gli USA) e quindi questo stato di cose potrebbe compromettere l'operato di Emergency in
Afghanistan.
Sappiamo quanto bene alle popolazioni civili abbiano fatto gli ospedali fondati da Strada e sappiamo quanto male queste iniziative umanitarie facciano ai fautori della guerra. Spero che il governo
italiano si tolga al più presto dall'impaccio e rivendichi l'operato in Afghanistan come elemento di discontinuità con la guerra preventiva americana che consenta di ristabilire finalmente delle
condizioni di pace in quelle terre. Non farlo significa allinearsi a chi, con il proprio comportamento, negli ultimi 5 anni non ha fatto altro che alimentare il terrorismo invece che combatterlo.