Lo sciopero dei giornalisti ha "nascosto"la notizia, ma non l'ha cancellata: in commissione antimafia sono stati inseriti due onorevoli la cui
presenza sarebbe quanto meno inopportuna. I due sono Paolo Cirino Pomicino e Alfredo Vito, rispettivamente deputati della Nuova Dc e di Forza Italia.
Entrambi sono stati coinvolti in passato in indagini sulla criminalità organizzata in Campania: Cirino Pomicino è stato condannato per finanziamento illecito alla Dc per la vicenda della tangente
Enimont, mentre Vito è stato condannato per corruzione (davanti ai giudici si impegnò solennemente a non fare mai più politica...).
Certo l'inopportunità di candidare questi due onorevoli, non solo alla commissione antimafia, ma anche alla camera dei deputati pare evidente a tutti, tranne ai due partiti che hanno proposto i nomi.
Del resto la candidatura di parlamentari la cui storia ed il cui ruolo non fosse opportuna non è cosa nuova. Infatti, sempre Forza Italia, cinque anni fa candidò Carlo
Taormina, avvocato di almeno quattro presunti mafiosi, che si sarebbe trovato a poter interrogare i giudici titolari dei processi ai suoi assistiti.
Che dire?Resto senza parole ed attendo che qualche elettore del centro destra trovi il coraggio di spiegarmi e di convincermi che per fare una politica moderata e liberale sia
necessario candidare a ruoli istituzionali dei pregiudicati.