La storia mi assolverà!

Sono queste le parole con cui Fidel Castro "intitolò" l'autodifesa allorquando il regime di Batista lo processò e condannò dopo l'assalto ad una caserma (Moncada) di Santiago di Cuba. Era il 26 Luglio del 1959.
Ora quella caserma è per una parte un museo delle atrocità del regime di Batista e per l'altra parte una scuola elementare dove i bimbi sotto embargo, pur di giocare all'amatissimo baseball, utilizzano anche palloni da calcio.
Fidel Castro è stato dato in pericolo di vita, ma ora pare in via di miglioramento. Comunque sia si avvicina il momento in cui la storia dovrà giudicare questo personaggio.

Non si può dire che Castro non abbia lasciato il segno, nel bene e nel male, nella seconda parte del ventesimo secolo. Certo sarà più facile ricordare lui che, al pari di Lenin o Mao (per rimanere in tema di rivoluzionari comunisti), una rivoluzione se l'è pensata, studiata e realizzata piuttosto che ricordare i burocrati che sono stati i vari capi di stato e di partito del blocco sovietico e cinese nel ventesimo secolo.
Lenin, Mao, Castro, tutti accomunati da una speranza per una vita migliore per il loro popolo, ma anche per un mondo migliore per tutti i popoli: un mondo privo di oppressori ed oppressi. Tutti e tre comunque "costretti" dalla storia e dalla contingenza del loro progetto a diventare loro stessi degli oppressori.

Si può dire che Castro ha letteralmente fatto la storia. Non so se la storia potrà assolverlo, certamente la cronaca dimostra come a Cuba le condizioni di vita dei cittadini siano infinitamente migliori di quelle dei paesi vicini, con un dato sorprendente di un tasso di mortalità infantile inferiore ad alcune zone degli Stati Uniti. Per contro nello stesso paese non c'è l'opportunità di esprimere il minimo dissenso al regime. Puoi discorrere di baseball, ma non puoi certo permetterti di criticare il "lider maximo".
Anche per questa situazione Fidel Castro verrà giudicato dalla storia, ma conoscendone l'indole, non sarà turbato dal giudizio: socialismo o muerte!

Ieri sera Castro è apparso nei telegiornali nostrani e, nonostante questo volesse testimoniare un suo buono stato di salute, a me ha fatto l'effetto opposto. Mi è apparso con occhio vitreo e con una deambulazione quasi robotica. Un brutto effetto per tutti coloro che lo ricordano arringare le folle per ore dal palco di Plaza della Revolucion. Ora si dice che Cuba è finalmente giunta alla transizione democratica. Io non so se questo momento è vicino, so però che se chi prenderà il posto di Castro non avrà le sue stesse spinte ideali nella gestione della giustizia sociale i rischi sono altissimi:

  • ulteriore ed intollerabile stretta del regime
  • abbandono del progetto castrista e svendita di tutti gli aspetti positivi che hanno caratterizzato Cuba come felice anomalia nel panorama dell'america latina


Entrambe le situazione sarebbero un aggravare la situazione per un popolo che sta subendo da 40 anni un embargo dalla prima potenza mondiale.